domenica 17 novembre 2013

I risultati della Consultazione pubblica sulle riforme istituzionali

Oltre 200.000 questionari compilati, 450 amministrazioni ed enti pubblici coinvolti, una partecipazione distribuita equamente tra i 18 e i 68 anni con il 66% uomini e il 34% donne. Sono alcuni numeri che emergono dalla Consultazione pubblica sulle riforme costituzionali presentati il 12 novembre presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. La Consultazione era iniziata a luglio 2013 e si è conclusa a ottobre. Ora si passa alla terza fase nella quale i risultati e le azioni di sensibilizzazione si sposteranno verso una discussione pubblica per approfondire i temi trattati nei questionari e che coinvolgerà, scuole, università ed enti territoriali.

Cosa dicono i questionari

Parlamentarismo o semi presidenzialismo? Dal primo questionario emerge che il 26,3% dei cittadini vuole mantenere lo status quo, mentre il 68,1% dei cittadini ha voglia di cambiamento. Di questo 68,1% che ha voglia di cambiamento, il 29,1% rafforzerebbe i poteri del governo (parlamentarismo razionalizzato), il 39% vorrebbe l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Nel questionario di approfondimento, emerge invece che il 44% preferisce un sistema Semi Presidenziale, mentre il 51,9% vorrebbe mantenere comunque una forma di governo di tipo parlamentare.


Bicameralismo paritario

L’87,8% dei cittadini vuole il superamento del bicameralismo paritario. E’ uno dei due risultati più netti che emerge dalla consultazione. Di questa percentuale, il 41,8% propone il monocameralismo e il 40% propone di differenziare sia le funzioni che la composizione del Senato. Dal questionario di approfondimento emerge che il 56% dei cittadini che hanno effettuato la consultazione preferirebbe un Senato composto da rappresentanti provenienti dagli Enti territoriali (Regioni e Comuni).
Efficienza del Parlamento, le priorità degli italiani:
1.       la riduzione del numero di parlamentari;
2.       riduzione delle indennità e benefici accessori;
3.       miglioramento della qualità e della quantità e tempi di produzione delle leggi;
4.       trasparenza dell’operato del parlamento

Strumenti di democrazia diretta

Referendum abrogativo
Il 69% dei cittadini vorrebbe che fossero introdotti meccanismi per agevolare il raggiungimento della validità del risultato del referendum, anche elevando il numero di firme necessarie per la sua richiesta;
Norme abrogate in seguito a un referendum
Per il 64,7% dei rispondenti ai quesiti, le norme abrogate in seguito ad un referendum non dovrebbero essere reintrodotte per un numero ragionevole di anni, per il 22,5% non prima delle successive elezioni. 
Referendum per confermare modifiche costituzionali

Il 41,9% dei rispondenti alla consultazione ritiene che le condizioni attualmente previste dalla costituzione siano sufficienti, il 38,4% chiede che sia fatto in ogni caso (senza necessità di richiesta).

Autonomie territoriali

Organizzazione degli enti locali 
L’88,2% dei rispondenti ritiene che l’attuale organizzazione degli enti locali sia da modificare radicalmente; Il 42,1% vorrebbe farlo abolendo le Province, mentre il 46,1% vorrebbe semplificare l’attuale assetto accorpando enti e riorganizzandone le varie funzioni.
Regioni
Il 36% dei rispondenti al questionario di approfondimento vorrebbe ridefinire l’assetto delle Regioni accorpandone alcune, il 7% vorrebbe che ci fosse un accorpamento volontario; Il 38% non vorrebbe incidere sul numero ma rafforzarne gli strumenti di cooperazione e coordinamento istituzionale; L’11% vorrebbe invece che si mantenesse l’assetto attuale.
Province
8% dei cittadini vuole mantenere l’attuale struttura, 16% vorrebbe ridurne il numero; 72% vorrebbe sopprimerle, trasferendone altrove le funzioni.

Competenze legislative


Concorrenti 
Il 17% dei rispondenti vorrebbe aumentare le materie di competenza esclusiva dello Stato, il 65% vuole modificarne il regime, attribuendole o allo Stato o alle Regioni. Tra le materie da attribuire alla competenza esclusiva dello Stato, netta prevalenza di Sanità, Tutela e sicurezza del lavoro, Rapporti internazionali e con la Ue, Energia, Trasporti e Istruzione (fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche).

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