giovedì 26 aprile 2012

Il futuro delle pompe di calore

Il futuro delle pompe di calore al centro della serata del Lions Club Bosco Marengo Santa Croce
 
Ospite come relatore della serata conviviale di lunedì 16 aprile scorso, al Lions Club Bosco Marengo Santa Croce, il dottor Fernando Pettorossi, Capo Gruppo Italiano Pompe di Calore Anima Coaer (Confindustria), introdotto nella sua relazione dalla Socia del Club l’ingegner Enrica Cattaneo, Responsabile dell’Area Tecnica dell’Inps Regionale Liguria.
 
Argomento della serata “Il futuro delle energie rinnovabili a risparmio ed efficienza a favore dell’ambiente – obiettivo strategico 2020 – il futuro delle pompe di calore”.

giovedì 19 aprile 2012

L’irresistibile scalata della burocrazia secondo Parkinson e il tesoro nascosto dei nostri Comuni

Fra i molti commenti è facile l'affermazione che "stiamo vivendo la crisi del capitalismo". L'espressione è generica e sostanzialmente non dice nulla. E' reale invece che l'Italia vive oppressa dalle dimensioni del debito sovrano sebbene una valanga di denaro affluisca nelle casse pubbliche. Nel 2011 sarebbero entrati nelle casse delle 20 regioni circa 220 miliardi di euro, i quali supererebbero il 7% del P.I.L.. Secondo l'analista del "Sole 24 Ore" Roberto Galullo, questa cifra, per fare qualche riferimento, potrebbe salvare la Grecia oppure ricapitalizzare circa 60 banche europee in difficoltà, invece oltre la metà è assorbita dalla spesa sanitaria, la maggior parte delle regioni sono indebitate e non sembrano esistere controlli statali efficaci.

mercoledì 11 aprile 2012

Fallimenti in Italia nel 2011: un anno disastroso

In tutta Italia sono in aumento i fallimenti delle aziende: in Lombardia il maggior numero, mentre in Campania e Lazio va peggio nel 2011.
Sono sempre più le aziende che in Italia chiudono i battenti e dichiarano fallimento, mettendo sulla strada migliaia di lavoratori. Uno studio del Cerved mostra che sono un po' tutte le regioni a soffrire di questa crisi scoppiata nel 2009 su scala mondiale. Ed a partire da questo annus horribilis, i crack sono aumentati considerevolmente.

giovedì 5 aprile 2012

Il proprio capo? Poco raccomandabile

Una ricerca tra 97mila dipendenti di 30 Paesi mostra un profilo poco "raccomandabile" per i manager o i datori di lavoro; ancora peggio in Italia.

Il manager in azienda secondo i dipendenti? Poco raccomandabile anche se possiede le doti principali di un capo: buone doti comunicative, con una visione chiara della strategia e abile nel lavoro di squadra, come mostrano i risultati di una ricerca effettuata da Kelly Services, società presente specializzata nei servizi per le risorse umane, presente in diversi paesi del mondo e in grado di captare e analizzare quelli che sono i sentimenti dei dipendenti.
.L'ultima ricerca l'ha effettuata tra 97.000 impiegati di 30 Paesi, di cui 5.500 in Italia. Oggetto: l'opinione del proprio capo o del proprio datore di lavoro.

mercoledì 4 aprile 2012

Occupazione e Lavoro: prosegue la falcidie di manager in Italia

Sarebbero 40.000 i manager che in Italia hanno perso il posto di lavoro negli ultimi 4 anni.
A denunciare queste cifre è un articolo comparso sul quotidiano La Repubblica il 2 aprile.

Per ciascun anno dal 2008 al 2011, secondo quanto riportato, i professionisti licenziati dalle aziende sono stati rispettivamente 10.000, 12.000, 10.800 e 10.200.
Ogni anno il 20% dei dirigenti in media perde il contratto mentre meno del 50% ritrova sul mercato un pari impiego. Il 60% viene mandato a casa dopo licenziamento e il 40% si dimette volontariamente, percentuali che rovesciano la tendenza di qualche anno fa quando le opportunità offerte dal mercato incoraggiavano il cambio più frequente di posizione lavorativa.
.A favorire l'uscita di scena dei manager concorre la difficile situazione economica accompagnata da processi di concentrazione aziendale e dallo spostamento all'estero di alcune fasi produttive di industrie multinazionali, segnatamente nel settore della chimica.

lunedì 2 aprile 2012

Evasione : doppio lavoro per un italiano su tre

Il lavoro nero in Italia genera un flusso economico sommerso pari al 35% del Pil: tutti i dati del rapporto Eurispes.
Il lavoro nero è una risorsa anti crisi per la metà degli italiani: il rapporto stilato dall'Eurispes sull'economia sommersa nel Paese parla chiaro, mettendo in evidenza come gli introiti non dichiarati percepiti dai lavoratori corrispondano al 35% del Pil, che tradotto in euro porta a oltre 540 miliardi di Euro.
.Cercare un doppio lavoro, quindi, non è più una strategia per mettere da parte un'entrata extra, ma è sempre più una necessità per arrivare alla fine del mese. Secondo l'Eurispes sono circa 500mila i nuclei familiari che non riescono a far quadrare il bilancio mensile; situazione che porta sempre più frequentemente alla scelta del lavoro nero.