mercoledì 4 aprile 2012

Occupazione e Lavoro: prosegue la falcidie di manager in Italia

Sarebbero 40.000 i manager che in Italia hanno perso il posto di lavoro negli ultimi 4 anni.
A denunciare queste cifre è un articolo comparso sul quotidiano La Repubblica il 2 aprile.

Per ciascun anno dal 2008 al 2011, secondo quanto riportato, i professionisti licenziati dalle aziende sono stati rispettivamente 10.000, 12.000, 10.800 e 10.200.
Ogni anno il 20% dei dirigenti in media perde il contratto mentre meno del 50% ritrova sul mercato un pari impiego. Il 60% viene mandato a casa dopo licenziamento e il 40% si dimette volontariamente, percentuali che rovesciano la tendenza di qualche anno fa quando le opportunità offerte dal mercato incoraggiavano il cambio più frequente di posizione lavorativa.
.A favorire l'uscita di scena dei manager concorre la difficile situazione economica accompagnata da processi di concentrazione aziendale e dallo spostamento all'estero di alcune fasi produttive di industrie multinazionali, segnatamente nel settore della chimica.


Fra i comparti più colpiti dalla crisi occupazionale ci sono quelli legati all'attività bancaria e farmaceutica cui si aggiunge l'automotive, l'impiantistica industriale, l'alimentare e parte della meccanica tradizionale e dell'informatica. Il calo maggiore delle posizioni dirigenziali si è verificato nel campo dell'industria mentre nei servizi il numero complessivo dei manager è cresciuto a riprova di un dinamismo in questo settore che potrebbe offrire occasioni di ripresa economica.

Il tempo medio di ricollocazione lavorativa varia dai 6 mesi ad un anno ma, come spiega Guido Carrella, presidente di Manageritalia, ritrovare un impiego è diventato un obiettivo molto difficile da raggiungere. Le cause sono da rintracciare nel ridimensionamento dei vertici aziendali, nel mancato sviluppo di troppe società e nel carattere ristretto della dimensione manageriale italiana in cui la quantità di dirigenti in rapporto al numero di impiegati è al di sotto della media di Paesi europei più avanzati come Francia e Germania.
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