lunedì 9 settembre 2013

Prove di coordinamento aziendale per progetti di Welfare Aziendale

In un contesto economico italiano ed europeo gli indici si mantengono in una posizione stagnante in quanto sono poco riscontrabili sul piano pratico le micro variazioni che sono misurate in modo statistico. Inoltre i criteri adottati per le rilevazioni, oltre a risentire di logiche politiche, tendono a riferirsi a valori e situazioni riferiti al passato.
Un passato che, a parere di chi scrive, non ritornerà mai più perché in questi ultimi dieci anni ogni cosa è cambiata o stava cambiando da tempi ancora più remoti. Difficile leggerlo negli eventi e nei dati economico finanziari, non semplice capire quali tendenze avrebbe preso il mondo economico sempre più globalizzato e dipendente da approcci finanziari concentrati nelle mani di poche, troppo poche, persone/società che hanno perseguito la logica del profitto immediato ad ogni costo.


Senza voler approfondire ora questo tema estremamente attuale, occorre rilevare che le persone si sono portate rapidamente a ragionare in privato nello stesso modo. La cultura del benessere ha modificato le nostre necessità ed il nostro modo di considerarne la priorità. E’ ovvio che molte cose oggi indispensabili non lo fossero parecchi anni fa, ma ciò a seguito di un cambiamento dettato dall’evoluzione sociale, tecnica e tecnologica. Ma tutto ciò che è cambiato fa parte di un progresso sociale? È servito alle persone per migliorarsi o semplicemente per realizzare desideri, sia pure legittimi, nell’eterno tentativo di emulare l’apparire piuttosto che l’essere?
Rientrava finanziariamente nella capacità di ognuno di sostenerne il perpetuarsi dei costi? 
Per alcuni si, per altri no. Quindi la ricerca di soluzioni che ne consentissero il mantenimento è divenuta l’oggetto di impegno quotidiano. Ognuno sfruttando ciò che la propria situazione avrebbe potuto permettergli. Molti strumentalizzando la propria posizione di potere (politico e sociale), altri attingendo a tasche altrui in modo lecito ed illecito, altri ancora cavalcando le migliaia di assurde e contraddittorie normative fiscali, altri infine ritornando al lavoro “nero” che in Italia rappresenta un fatto culturalmente accettabile giustificato dalla nostra mentalità e dalla scusa che le tasse siano troppo elevate.
Il tutto non funziona e la situazione generale italiana sta penalizzando i soggetti più deboli. Purtroppo le nostre capacità di adattamento sono infinite e quelle di reazione molto limitate proprio in virtù del pensare che “una volta sistemate le cose in casa mia, gli altri si arrangeranno in qualche modo….”
Ma se parliamo di numero di persone e della loro capacità di reddito personale dobbiamo moltiplicare un valore molto grande di soggetti per quello molto modesto della loro retribuzione effettiva, quindi al netto di tasse, imposte e contributi. Qui emerge il grave problema delle esigenze sociali che uno Stato sprecone, volutamente incapace di gestire i propri costi, prima ha promesso a tutti e poi sta togliendo dopo aver “mangiato il vitello nella pancia della mucca”.
Come potranno cambiare le cose? Mai, se continuiamo a riferirci a parametri appartenenti al passato ed a comportamenti mutuanti quanto creduto, anche onestamente. Questo “mai” non sarà poi vero, perché saranno gli altri abitanti di questo mondo globalizzato a cambiare le cose, anche a casa nostra, ma il peggio sarebbe se questo avvenisse mentre noi continueremo a cullarci in un passato oramai morto e decrepito. Il “sistema” sta cambiando e dovremmo cambiare rapidamente le nostre abitudini cominciando ad accettare che questo implica un sacrificio ed uno sforzo fortissimo ma per dare ai nostri figli un nuovo equilibrio ed una prospettiva migliore.

Su questo alcune aziende della Provincia di Alessandria si stanno attivando per agire nella direzione di dare servizi ai propri collaboratori e supplire, integrare, modificare e venire incontro alle esigenze dei propri collaboratori ai quali il già pesante costo del lavoro (dopo essere gravato enormemente dagli sprechi statali) non consente di vedere applicati aumenti salariali. (Occorre ricordare che per ogni euro di retribuzione netta le aziende lo devono moltiplicare per 2,3 per raggiungere la retribuzione lorda). In questa proposta si inquadra l’ulteriore incontro del 26 settembre p.v. che vedrà riunite ad Alessandria, alcune importanti aziende del territorio.   

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