In un contesto economico italiano ed europeo gli indici si
mantengono in una posizione stagnante in quanto sono poco riscontrabili sul
piano pratico le micro variazioni che sono misurate in modo statistico. Inoltre
i criteri adottati per le rilevazioni, oltre a risentire di logiche politiche,
tendono a riferirsi a valori e situazioni riferiti al passato.
Un passato che, a parere di chi scrive, non ritornerà mai
più perché in questi ultimi dieci anni ogni cosa è cambiata o stava cambiando
da tempi ancora più remoti. Difficile leggerlo negli eventi e nei dati
economico finanziari, non semplice capire quali tendenze avrebbe preso il mondo
economico sempre più globalizzato e dipendente da approcci finanziari
concentrati nelle mani di poche, troppo poche, persone/società che hanno
perseguito la logica del profitto immediato ad ogni costo.
Senza voler approfondire ora questo tema estremamente
attuale, occorre rilevare che le persone si sono portate rapidamente a
ragionare in privato nello stesso modo. La cultura del benessere ha modificato
le nostre necessità ed il nostro modo di considerarne la priorità. E’ ovvio che
molte cose oggi indispensabili non lo fossero parecchi anni fa, ma ciò a seguito
di un cambiamento dettato dall’evoluzione sociale, tecnica e tecnologica. Ma
tutto ciò che è cambiato fa parte di un progresso sociale? È servito alle
persone per migliorarsi o semplicemente per realizzare desideri, sia pure
legittimi, nell’eterno tentativo di emulare l’apparire piuttosto che l’essere?
Rientrava finanziariamente nella capacità di ognuno di
sostenerne il perpetuarsi dei costi?
Per alcuni si, per altri no. Quindi la ricerca di soluzioni
che ne consentissero il mantenimento è divenuta l’oggetto di impegno
quotidiano. Ognuno sfruttando ciò che la propria situazione avrebbe potuto
permettergli. Molti strumentalizzando la propria posizione di potere (politico
e sociale), altri attingendo a tasche altrui in modo lecito ed illecito, altri
ancora cavalcando le migliaia di assurde e contraddittorie normative fiscali,
altri infine ritornando al lavoro “nero” che in Italia rappresenta un fatto
culturalmente accettabile giustificato dalla nostra mentalità e dalla scusa che
le tasse siano troppo elevate.
Il tutto non funziona e la situazione generale italiana sta
penalizzando i soggetti più deboli. Purtroppo le nostre capacità di adattamento
sono infinite e quelle di reazione molto limitate proprio in virtù del pensare
che “una volta sistemate le cose in casa mia, gli altri si arrangeranno in
qualche modo….”
Ma se parliamo di numero di persone e della loro capacità di
reddito personale dobbiamo moltiplicare un valore molto grande di soggetti per
quello molto modesto della loro retribuzione effettiva, quindi al netto di
tasse, imposte e contributi. Qui emerge il grave problema delle esigenze
sociali che uno Stato sprecone, volutamente incapace di gestire i propri costi,
prima ha promesso a tutti e poi sta togliendo dopo aver “mangiato il vitello
nella pancia della mucca”.
Come potranno cambiare le cose? Mai, se continuiamo a
riferirci a parametri appartenenti al passato ed a comportamenti mutuanti
quanto creduto, anche onestamente. Questo “mai” non sarà poi vero, perché
saranno gli altri abitanti di questo mondo globalizzato a cambiare le cose,
anche a casa nostra, ma il peggio sarebbe se questo avvenisse mentre noi
continueremo a cullarci in un passato oramai morto e decrepito. Il “sistema”
sta cambiando e dovremmo cambiare rapidamente le nostre abitudini cominciando
ad accettare che questo implica un sacrificio ed uno sforzo fortissimo ma per
dare ai nostri figli un nuovo equilibrio ed una prospettiva migliore.
Su questo alcune aziende della Provincia di Alessandria si
stanno attivando per agire nella direzione di dare servizi ai propri
collaboratori e supplire, integrare, modificare e venire incontro alle esigenze
dei propri collaboratori ai quali il già pesante costo del lavoro (dopo essere
gravato enormemente dagli sprechi statali) non consente di vedere applicati
aumenti salariali. (Occorre ricordare che per ogni euro di retribuzione netta
le aziende lo devono moltiplicare per 2,3 per raggiungere la retribuzione
lorda). In questa proposta si inquadra l’ulteriore incontro del 26 settembre
p.v. che vedrà riunite ad Alessandria, alcune importanti aziende del
territorio.
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