mercoledì 6 marzo 2013

Revocato mandato al sindacato - caso VISGEL

Premi “contestati” a lavoratori VISGEL – In 14 annunciano l’uscita dal sindacato

I lavoratori della VISGEL di Terzo (AL) lasciano il sindacato. La decisione è stata assunta al momento da 14 dei 18 lavoratori iscritti alla Filcams Cgil (Federazione Italiana Commercio e Turismo Cgil). Questo a seguito della presa di posizione dei vertici provinciali del sindacato nei confronti della Direzione aziendale in relazione ai premi incentivanti.
“Abbiamo letto sui giornali fiumi di parole in cui non ci riconosciamo e non riconosciamo la nostra azienda. Ci siamo confrontati e scontrati tra colleghi, poiché quanto è stato dipinto appiattisce e svilisce il nostro lavoro e offende la nostra dignità”, spiegano i lavoratori con una nota.
Noi che lavoriamo con onore e siamo retribuiti per il nostro lavoro ogni 10 del mese, inquadrati a tempo indeterminato per 14 mensilità e non a paga base, siamo rimasti basiti.
Di qui la decisione di revocare il mandato di rappresentanza del sindacato.


Ma che cosa è accaduto all’interno dell’azienda?
Risponde Cristiano Visconti, contitolare insieme ai genitori e al fratello, della VISGEL: “La nostra azienda non è in crisi e i risultati lo dimostrano, visto che abbiamo un giro d’affari di 23 milioni di euro e un incremento dall’inizio dell’anno del 18%. Naturalmente questo ha comportato nei  mesi trascorsi, picchi di lavoro che intendevamo remunerare attraverso un premo incentivante di 15 mila euro e che volevamo mettere a disposizione di tutti i lavoratori. Purtroppo il sindacato ha ritenuto che tale premio dovesse essere corrisposto solo ai propri iscritti e quindi ci siamo opposti, visto che tutti i lavoratori hanno contribuito con particolare dedizione a raggiungere i risultati aziendali che ci eravamo posti con la piena soddisfazione dei nostri 6 mila clienti del settore della ristorazione che operano prevalentemente in Piemonte e Liguria.”
Negli ultimi anni l’azienda, in regione Domini, è passata da 20 a 41 dipendenti, assorbendo anche lavoratori di altre società operanti nel settore della distribuzione alimentare andate in crisi, alcune delle quali hanno chiuso i battenti.


Sembrerebbe proprio che non solo i partiti abbiano perso il "contatto con la realtà" ma che l'imprinting Camusso (lotta dura per difendere le tessere) abbia contagiato la base rendendola incapace di vedere i "lavoratori".

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