venerdì 26 febbraio 2010

Aumentano gli iscritti ma si chiudono le facoltà universitarie in Piemonte

Il Piemonte in controtendenza, più iscritti all'Università. In tutta Italia si registra un calo delle immatricolazioni ma a Torino e negli altri atenei piemontesi il tasso è in aumento. Un sistema che funziona, anche grazie alle borse di studio

La terza industria del Piemonte è l'Università. I dati emersi da una ricerca dell'osservatorio e raccolti in un fascicolo di circa 400 pagine, dimostrano come gli atenei piemontesi siano in netta controtendenza rispetto alla media nazionale. Se il mondo universitario, incapace di fornire, il più delle volte, sbocchi professionali certi e bersagliato da anni di politiche di tagli, che danneggiano più di tutto la ricerca, sembra, tutto sommato, poco attraente, il Piemonte si dimostra una valida eccezione.

Da un anno all'altro, la percentuale di 19enni immatricolati nel 2008/2009 era il 55,9 per cento in Italia, scesa al 47,4. In Piemonte, dal 49,4 per cento si è saliti al 55,7. Altri dati, quelli relativi agli abbandoni, in positiva flessione: 17,5 per cento degli studenti in Italia abbandona dopo il primo anno, il 13 per cento in Piemonte dove si registra un aumento di defezioni al Politecnico. Complessivamente in 5 anni, gli studenti immatricolati negli atenei piemontesi sono aumentati del 22 per cento: da 17 mila a 20 mila 700.

A leggere questi dati, pare che l'Università sia ancora attraente per i giovani, ma l'università di Torino, il Politecnico e l'università del Piemonte Orientale, è giusto ribadirlo, rappresentano, insieme, un'eccezione considerevole. I dati nazionali sono infatti molto negativi: 290 mila matricole contro le oltre 330 di cinque anni fa.

Secondo Alberto Silvani del Centro per l'innovazione e trasferimento tecnologico dell'Università di Milano, i meriti di Torino stanno nella buona capacità di programmazione che hanno sviluppato un sistema "che funziona e cresce". A questo si può aggiungere la qualità degli atenei, sottolineata dall'assessore Bairati il quale ricorda anche come gli atenei piemontesi rappresentino un'attrattiva per gli studenti provenienti da fuori Piemonte - anche se, forse, questo è merito degli affitti in città, più bassi rispetto ad altre città universitarie. "Il sistema del diritto allo studio ha funzionato" ricorda Bairati ad ulteriore conferma: in Piemonte le borse di studio raggiungono tutti gli studenti idonei.

A leggere questa notizia, se non fossimo in piena campagna elettorale, ci sarebbe da porsi molte domande. Infatti la realtà delle iscrizioni a Torino e nelle altre città piemontesi, tra cui Alessandria, corrisponde a quanto annunciato ma allora come mai il Politecnico di Alessandria viene chiuso e molti corsi dell'Università del Piemonte Orientale vengono cancellati? Non è che, per caso, si voglia perseguire anche per le Università la politica Torino-centrica già dominante in tutti i comparti, vedi Sanità, a danno delle altre Province piemontesi e quindi della maggioranza dei cittadini abitanti in questa Regione?

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