mercoledì 21 ottobre 2009

La crisi colpisce anche tanti dirigenti

"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"Sergio Favero
Credo che questa poesia ermetica di Ungaretti rappresenti molto bene la stagione dei dirigenti in questo momento di profonda crisi (l'autunno) quando basta un pò di vento e le foglie (i dirigenti) cadono.In tutti questi anni ho assistito molti colleghi sul piano contrattuale e legale e sovente mi sono chiesto perchè l'autunno ne avesse colti parecchi impreparati: eppure si trattava di dirigenti anche con mansioni apicali o comunque preposti a funzioni importantissime che comportavano elaborazione di strategie finanziarie, di pianificazione di attività aziendali.Colleghi esperti di marketing che hanno trovato nicchie di mercato per le loro aziende, a volte, non si sono accorti della voragine che si stava aprendo sotto i loro piedi.

Sicuramente tanti (troppi!) colleghi pensano di essere indispensabili e insostituibili per l'azienda. Sono convinti che a loro non capiterà mai di essere chiamati per risolvere il rapporto di lavoro, perchè la loro valutazione professionale è eccellente, perchè sono competenti e professionalmente preparati. Qualcuno crede di avere anche rapporti di amicizia con l'imprenditoree, sicuramente, con il direttore del personale.L'autunno può avere molte sfumature di colore che vanno dal disinteresse degli azionisti verso l'attività produttiva per spostarsi verso l'aspetto finanziario, i figli ed i nipoti della proprietà che stanno per entrare o sono già entrati nell'azienda, le friziionature dei rapporti interni tra i soci che, a volte, comporta il doversi schierare da una parte o dall'altra. Come i colri dell'autunno che cambiano a seconda della luce o del punto di osservazione, anche la valutazione pprofessionale di un dirigente cambia nel tempo, proprio perchè sovente bisogna schierarsi proprio come abiamo detto prima. Si verificano poi in azienda piccole riorganizzazioni che comportano raggruppamenti diversi di funzioni su cui spesso non si riflette abbastanza.Anche alle prime nebbie di autunno non si presta attenzione: la riluttanza o il diniego a partecipare a fiere, viaggi all'estero, o peggio, l'affiancamento di parenti dell'imprenditore , la richiesta incessante di ridurre i costi si accompagna con l'ipotesi di affidare settori specifici a "consulenti" esterni, ecc.Non si coglie il vento, per esempio l'improvviso interesse dell'imprenditore o del direttore generale, per il possesso o meno dei requisiti pensionistici o sugli interessi personali che si potrebbero coltivare quando si starà a casa, il tutto mentre si prende il caffè alla macchinetta!Tutto questo spiega perchè in molti colleghi si riscontri un rifiuto psicologico ad accettare la comunicazione della direzione aziendale, perchè crollano tutte quelle certezze che costituiscono il quotidiano.L'aspetto economico è sicuramente fra le cose meno importanti mentre quello che spaventa è il futuro inimmaginabile senza un lavoro che ha permesso a molti di realizzarsi sia sul piano professionale sia su quello econommico sociale con lo status di dirigente. Il valore del lavoro è proprio questa autorealizzazione a cui si dedicano le migliori energie, molto tempo sottratto alle famiglie e rinunciando sovente alle vacanze. Sintomatica è la prima presa di contatto con l'associazione dei dirigenti: quasi non si presentano e si lanciano a capofitto nella descrizione particolareggiata delle proposte e scenari che, a volte, hanno già (purtroppo) discusso con l'azienda. Il telefonino continua a squillare, si danno ordini, perchè a loro dire, si tratta di problemi importantissimi per l'azienda, come se il problema della perdita del posto di lavoro non fosse altrettanto importante....A questo punto normalmente vengono invitati a presentarsi meglio: si accenna ad un brevissimo exrcursus professionale per riprendere la filastrocca interrotta. Si cerca di spiegare che solo un quadro dettagliato delle effettive esperienze professionali acquisite, dei periodi lavorativi ai fini dei contributi pensionistici, della situazione famigliare e del contesto sociale, permetterà di elaborare una strategia che enga conto di questi parametri. Finalmente è possiile fare un quadro completo del percorso da fare e della difficile e delicata situazione in cui occorre operare nel contesto del rapporto lavorativo ancora in essere.La conclusione si sta avvicinando, negli ulteriori contatti con l'associazione dirigenti il telefonino è spento e non disturba più la valutazione delle proposte aziendali che sovente sono degli odiiosi ricatti "o si firma subito o ti licenziamo.... ti consigliamo di accettare subito questi soldi perchè se la questione la prendono in mano "loro" non ti daranno niente". E' il solito giochetto del buono e del cattivo fatto tra la direzione di funzione e quella centrale.Non esiste però solo l'autunno e proprio per questo si è avuto il piacere di conoscere splendide figure di colleghi che, anticipando le decisioni aziendali, hanno saputo rimettersi in gioco e cogliere altre opportunità. Colleghi che hanno reagito molto bene alla momentanea battuta di arresto professionale trasformandola in un fatto positivo attraverso la ricollocazione.
"Mi illumino di immenso"
Anche questa volta la poesia di Ungaretti ci può aiutare a capire certi meccanismi.Il collega dirigente che si presenta alla sua associazione, dopo aver discusso e trattato con l'azienda la sua buonuscita, in quanto ha capito che non c'è più spazio per lui, esordisce di solito con ".. mi offrono tot....." oppure ".. mi pagano ancora un anno ...mi offrono anche della consulenza..". La ciliegina sulla torta è quasi sempre l'auto aziendale regalata. Proprio su alcuni semplici conteggi, distinguendo bene il costo aziendale da quanto proposto (lordo o netto?) con i riflessi contrattuali su TFR, FASI, ecc. il collega si illumina e sbotta "..ma mi vogliono fregare..". Cominciano le recriminazioni :"se avessi saputo di finire così, avrei fatto dei corsi che mi sarebbero stati utili adesso.... Ho ancora un centinaio di giorni di ferie da fare, se fosse adesso....li farei con la mia famiglia..."Si scopre, poi, dopo un esame sereno, il pozzo senza fondo della voce "indennità di trasferta" mai erogata per anni, le ferie non godute azzerate ogni anno, per cuui, in caso di impugnativa del licenziamento si evita il ricorso al Collegio Arbitrale perchè competente sugli aspetti dell'applicazione del contratto.Alcune considerazioni: le aziende sanno molto bene le date in cui effettuare licenziamenti: la vigilia delle festività natalizie o del periodo di chiusura per ferie e questo aggiunge al trauma del licenziamento risvolti famigliari non indifferenti. Ma lo shock più grande rimane quello di capire che il lavoro fatto fino ad ieri sembra che non serva più, perchè sarà diviso come uno spezzatino tra i collaboratori o assunto in parte direttamente dal direttore generale per rendere più credibile la motivazione del risparmio dei costi.Alcuni colleghi dirigenti si accorgono, poi, che tutti gli amici in azienda o fuori, da cui era certo che avrebbero avuto un aiuto nella ricerca di una nuova sistemazione, adagio adagio spariscono o non si fanno più trovare al telefono.Si torna allora all'associazione dirigenti per farsi spiegare meglio le convenzioni con le società di outplacement; ovviamente questa volta non c'è bisogno di spegnere il telefonino, tanto non suona più.Alla conclusione di questa vertenza e ricerca, alcuni dirigenti si rivolgono con parole di ringraziamento all'associazione dei dirigenti, la Federmanager, ed in questi casi è proprio chi li ha aiutati ad "illuminarsi di immenso", perchè hanno capito la strada fatta insieme in un difficile percorso condividendo ansie, difficoltà e frustrazioni, ma anche, poi, il senso di libertà conseguente alla definizione della cosa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e