mercoledì 23 aprile 2008

L’economia italiana e ….. Tremonti, (Ministro dell’Economia?)

Nel suo articolo sul blog La Voce, Luigi Guiso affronta l’analisi del pensiero di Giulio Tremonti in tema di politica economica nella ipotetica, ma non tanto, responsabilità di governo.
Egli solleva l’obiezione che la ricetta proposta sia più di tipo elettoralistico che economistico e conclude così il proprio commento:

” Insomma, la ricetta Tremonti poteva forse essere tentata (ma ne dubito) dieci anni fa, quando la Cina iniziava il suo cammino; oggi è semplicemente inapplicabile: troppo tardi. La domanda di protezione dovrà essere soddisfatta attraverso altre strade o non essere soddisfatta affatto. Credo che quello che realisticamente avverrà sarà una combinazione delle due cose. Un po’ di trasferimenti pubblici e un po’ di detassazione mirata e limitata, dati i vincoli stringenti sulla finanza pubblica. Ma soprattutto un abbandono di fatto delle promesse di protezione a cui si è alluso in campagna elettorale.”
Non è difficile convenire che per l’Italia sia improbabile una politica di protezionismo nei confronti delle produzioni cinesi ed indiane e che l’Europa difficilmente accetterebbe un tale atteggiamento da uno stato membro. Inoltre, come giustamente sottolinea Guiso, gli interessi occidentali di import-export sono talmente importanti da impedire una politica apparentemente no-global.
Avere paura della Cina oggi e dell’India domani è un atteggiamento perdente, significa solo non sapere non volere pensare a quello che sarà un sistema economico dell’immediato futuro e restare ottusamente attaccati a quei privilegi che, se pur guadagnati, oggi viviamo come un diritto acquisito e guai a chi ce li tocca. Purtroppo in economia le cose cambiano ogni momento e l’allargamento sempre maggiore del sistema economico mondiale non è condizionabile da un singolo Stato.
Forse qualche piccola operazione sul breve termine potrebbe anche essere fatta, ma ci si aspetta ben altro da un governo che vuole, come è necessario che sia, rilanciare l’economia in Italia,.
Guiso chiede che sia attuata una politica per il futuro fondata sulla riduzione della spesa pubblica, l’attuazione delle privatizzazioni e la stabilità fiscale (meno onerosa dell’attuale).In pratica occorrerebbe ridurre la presenza dello Stato nelle tasche degli italiani per trovare i fondi necessari a sostenere una politica di netta riduzione delle imposte sia per i lavoratori che per le imprese e mostrare agli investitori stranieri una stabilità legislativa in materia fiscale e di politiche sociali. Ma credo che questo non basti se non sia accompagnato da una formazione scolastica che riconduca il pensiero comune alla necessità (ieri si chiamava “dovere”) del rispetto delle regole, della morale e dell’etica sociale ed imprenditoriale. Chi comanderà avrà in mano tutti i più importanti media e dovrà farsi carico della responsabilità-opportunità del loro uso per guidare un processo di moralizzazione verso importanti valori che vadano oltre la bellezza, gli status simbol e la ricchezza economica “subito a qualunque costo”.

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