mercoledì 26 marzo 2008

Napolitano e gli onorevoli fannulloni

Non credo che il nostro Presidente potesse accettare un attacco alle istituzioni ammettendo una colpa, e forse l’unica, che i nostri rappresentanti politici in Parlamento non hanno. Lui lo dichiara per ragioni di ruolo e lo rispettiamo, loro lo respingono per ragioni di fatto e noi lo commentiamo.

Infatti l’impegno profuso da tutti coloro che si sono assicurati un posto da deputato o da senatore è notevole. Non facciamo di tutt’erba un fascio, ma distinguiamo tra coloro che l’hanno presa sul serio, in senso di mandato ricevuto dai cittadini, e quelli che, avendo raggiunto l’obiettivo della posizione di privilegio politico ed economico, se ne pongono il traguardo della conservazione “ab aeternum”. E’ difficile stabilire quanti siano gli uni e quanti gli altri, ma una cosa è certa: tutti sono fortemente impegnati. Una delle differenze sta nella direzione verso cui va l’impegno.
Se si appartiene alla “casta” allora dovrà essere rafforzato il proprio entourage, condividendo e ripartendo i vantaggi economico politici e rafforzando la base elettorale portando acqua al pozzo del partito. Se invece si intende essere la voce dell’elettorato e lavorare per dare un senso eticamente compiuto al mandato, forse si dovrà rispondere ad un impegno certamente gravoso e cioè rispondere alle esigenze partitico politiche ed agli impegni di valutazione delle normative, delle proposte di legge, degli aggiornamenti professionali nelle materie che si intendono normare.
Però probabilmente questi signori si troveranno a fare il lavoro che gli altri, politicamente più forti, si arrogheranno sui “media” offrendo sempre più la propria immagine ai “consumatori”. Chissà se si potessero “far parlare” i primi? Forse ci sarebbe un ricambio politico o i “consumatori” continuerebbero pedissequamente a sostenere gli anfitrioni in barba a qualunque riforma elettorale?

Nessun commento: