giovedì 1 marzo 2007

Le imprese italiane investono nella formazione?

Diminuiscono le imprese che investono in formazione continua

I dati Excelsior permettono di analizzare in serie storica (dal 2000 al 2005) gli orientamenti delle imprese circa l'organizzazione di attività di formazione continua per gli occupati già in organico. Emerge un calo pressoché costante (quantomeno in termini percentuali) della quota di "imprese formatrici" (ossia quelle che erogano formazione per i propri dipendenti, direttamente o acquistandola sul mercato): si passa da una loro incidenza del 24,7% sul totale delle aziende industriali e terziarie nel 2002 al 18,8% nel 2005.
Analogamente, la percentuale di dipendenti (non il valore assoluto) che sonostati destinatari di iniziative di formazione è aumentato gradualmente fino al 2003, per poi subire una battuta d'arresto e attestarsi al 18,5% nel 2005.
Il calo è stato più accentuato nelle regioni del Sud e delle Isole (-1,6 punti) e del Nord Ovest (-1,2), più contenuto al Centro (-0,5) e in lieve controtendenza al Nord Est (+0,1); non ha riguardato le imprese medio-grandi e grandi, mentre è sceso da 11% a 8,7% per le piccole e da 11,8% a 10,4% per le medio-piccole.

Si può dunque concludere che la diminuzione delle imprese che fanno formazione non è stata compensata da un eventuale aumento della quota di lavoratori formata, scesa di mezzo punto.
In sintesi, circa un 'impresa su cinque fa o acquista formazione per il proprio personale. Tuttavia, il dato medio, pur dando un 'indicazione di larga massima, è scarsamente significativo, in quanto le differenze per settore, dimensione e area geografica sono notevoli, con un peso determinante delle
dimensioni che non solo si mantiene nel tempo ma vede crescere in modo sistematico la formazione offerta dalle imprese di grandi dimensioni. Si può comunque sostenere, in modo molto generale, che l'addetto che opera in una grande impresa (che offre formazione nel 74,2% dei casi) ha quasi cinque volte più probabilità di ricevere una ulteriore formazione rispetto ad un collega assunto in una piccola impresa (15,6% dei casi).

(fonte: Centro Studi Unioncamere)

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